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Come Rinfrescare un Autobus Elettrico senza Svuotare la Batteria

La rivoluzione elettrica ha portato molte novità nel campo dei trasporti, ma se c’è un aspetto che spesso complica la vita dei veicoli a zero emissioni è la climatizzazione dell’abitacolo.

Un condizionatore tradizionale si basa su cinghie collegate al motore termico o, in alternativa, richiede una grande quantità di energia dalla batteria, compromettendo l’autonomia del mezzo. E se il veicolo in questione è un autobus da 30 posti, la sfida si fa ancora più seria.

Il problema da risolvere

Un sistema di condizionamento che pesa troppo sulla batteria rischia di rendere vano lo sforzo di progettare veicoli elettrici ecologici. Alcuni costruttori, infatti, avevano risolto il dilemma montando un piccolo motore a combustione interna dedicato esclusivamente all’alimentazione dell’aria condizionata. Peccato che, in questo modo, si sgonfiassero del tutto i propositi green di un veicolo 100% elettrico!

Un’altra soluzione possibile prevedeva l’aggiunta di pacchi batteria di dimensioni maggiori, ingombranti e costosi, senza contare il peso ulteriore che si traduce in consumi più alti. Insomma, serviva un approccio nuovo e sostenibile, che fosse in grado di contenere la spesa e l’impatto sulle batterie.

La nostra idea

Quando Iveco, azienda italiana leader nel settore dei veicoli commerciali, ci ha chiesto di trovare una soluzione pratica ed efficiente per raffreddare un autobus per il trasporto persone, abbiamo subito pensato alla tecnologia eutettica: un sistema che permette di “accumulare” il freddo durante le ore in cui il veicolo è fermo, sfruttando l’elettricità disponibile nella rete al posto di quella delle batterie. Come abbiamo fatto? Partendo da un’idea tanto semplice quanto efficace:

In pratica, abbiamo sfruttato le cappelliere per installare tubi riempiti con acqua distillata. Durante la notte, quando il bus è collegato alla rete, l’acqua si raffredda notevolmente, così che di giorno la ventilazione interna possa far passare l’aria attraverso questi tubi, raffrescando l’abitacolo. In questo modo, l’unico consumo aggiuntivo è quello delle ventole, senza gravare sulla batteria principale.

Un progetto in collaborazione con Iveco e l’università

Questo sistema è nato grazie a un lavoro di squadra che ha coinvolto Iveco, l’Università del Piemonte Orientale e noi di ES Frigo. Il finanziamento europeo ha permesso di esplorare soluzioni inedite, mettendo insieme ricerca, ingegneria e sostenibilità. I primi test sono stati un successo, tanto che il prototipo è stato inviato in un grande impianto di prova a Madrid, dove Iveco ha strutture all’avanguardia per sperimentare le prestazioni dei veicoli in condizioni estreme.

Come sono andati i test

Nei capannoni spagnoli, il team di ricercatori e tecnici ha misurato con estrema precisione il fabbisogno energetico del nostro sistema di condizionamento. Grazie a questi dati, è stato possibile capire quanti kWh servono effettivamente per mantenere fresco un autobus elettrico di medie dimensioni, riducendo al minimo la perdita di autonomia.

Il feedback è stato positivo sotto molti aspetti:

  • Risparmio energetico: gran parte dell’energia termica era già “incamerata” di notte.
  • Riduzione dei costi: niente motori ausiliari né batterie aggiuntive enormi.
  • Comfort per i passeggeri: la temperatura interna si manteneva piacevolmente fresca anche nelle ore più calde.
Perché è stato un progetto speciale

Realizzare un sistema di climatizzazione eutettico per un autobus da 30 posti è stato un vero e proprio salto nel futuro. Abbiamo unito la nostra esperienza nel trasporto refrigerato a un settore in piena evoluzione, quello dei veicoli elettrici.

Non capita tutti i giorni di contribuire a un progetto che punta a ridurre le emissioni di CO₂ e, al tempo stesso, a mantenere il comfort dei passeggeri, tutto senza compromettere l’autonomia del mezzo. Lavorare a stretto contatto con Iveco e con i ricercatori universitari ci ha permesso di superare sfide tecniche inedite e di raccogliere dati preziosi per i futuri sviluppi.

Questo autobus elettrico con accumulo di freddo rappresenta un esempio concreto di come l’innovazione possa aprire nuove strade per la mobilità sostenibile. E noi di ES Frigo siamo orgogliosi di aver messo a disposizione le nostre competenze per trovare una soluzione pratica a un problema reale!

Hai voglia di approfondire le nostre tecnologie per la mobilità green? Visita la sezione dedicata alle soluzioni per il mondo elettrico di ES Frigo e lasciati ispirare dalla rivoluzione sostenibile!

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Trattare le Trote con Cura: Un Innovativo Progetto per il Benessere Animale

Quando si parla di allevamento di trote, ci viene subito in mente la qualità del prodotto finale o il rispetto delle regole sanitarie. Ma quante volte ci soffermiamo a pensare a come gli animali vivono gli ultimi momenti della loro vita?

Il centro agro-alimentare del Friuli, insieme all’azienda Friultrota, ha voluto ribaltare questo approccio, contattandoci con un progetto davvero rivoluzionario: volevano garantire un metodo di abbattimento più etico, in grado di ridurre al minimo lo stress delle trote e massimizzare il loro benessere.

Un abbattimento “etico”

Il centro aveva già condotto alcuni studi sui diversi metodi di abbattimento, scoprendo che il benessere animale poteva essere misurato grazie a un enzima presente nel sangue dei pesci. Metodi più tradizionali, come il colpo in testa, offrivano buoni risultati dal punto di vista della “rapidità” ma non sempre garantivano il massimo rispetto per l’animale. Ecco perché si è presa in considerazione l’idea di una “asfissia da freddo”, considerando che le trote resistono fino a temperature intorno ai -8 °C.

Come si arriva a -10 °C?

A questo punto, entra in gioco la nostra esperienza. Abbiamo dovuto pensare a un sistema che portasse l’acqua a una temperatura di circa -10 °C, senza però farla congelare. L’idea di base? Una vasca d’acqua salata (per abbassare il punto di congelamento), unita a un sistema eutettico in grado di scendere fino a -16 °C.

Ma c’era un dettaglio importante da considerare: l’acqua doveva rimanere liquida per consentire alle trote di nuotare, e al tempo stesso doveva essere abbastanza fredda da provocarne un “addormentamento” rapido e indolore. In pratica, abbiamo creato un equilibrio delicato tra temperatura, salinità e ricircolo dell’acqua, assicurandoci di evitare qualsiasi shock traumatico.

La seconda sfida: una vasca a prova di… 600 trote!

Mantenere l’acqua a -10 °C era già un bel traguardo, ma il vero scoglio è emerso quando il cliente ci ha comunicato che doveva inserire fino a 600 chili di pesce per volta. Immaginate: centinaia di trote nuotano tutte insieme, scaldano l’acqua con il calore corporeo, e in poco tempo rischiano di far salire la temperatura. La vasca, inoltre, doveva reggere fino a 6000 chili tra pesce e acqua, una vera sfida strutturale!

Per risolvere questi problemi, abbiamo progettato una struttura rinforzata, con materiali adatti a sopportare pesi elevati senza deformarsi. Inoltre, abbiamo inserito speciali scambiatori di calore e un sistema eutettico particolarmente potente, capace di ristabilire la temperatura anche dopo l’inserimento di grandi quantità di pesce.

Un esperimento a tutti gli effetti

Realizzare un impianto del genere su larga scala è stato un vero e proprio esperimento. È stata un’esperienza a metà tra la scienza e l’ingegneria, con prove e simulazioni per ottimizzare ogni dettaglio: dalla concentrazione di sale, al posizionamento dei sensori di temperatura, fino al monitoraggio del benessere delle trote.

Ogni passaggio è stato discusso insieme agli specialisti del centro che, attraverso analisi del sangue, hanno confermato il minor livello di stress raggiunto con questo sistema di abbattimento.

I risultati: benessere animale e soddisfazione del cliente

Alla fine, il sistema ha funzionato perfettamente: le trote, inserite in quest’acqua “super fredda”, andavano in una sorta di dormiveglia per poi morire in modo graduale e, a quanto emerso dalle analisi, senza picchi di stress. Il cliente, entusiasta di aver trovato una soluzione più etica, ha potuto dimostrare che il prodotto finale rimaneva di alta qualità, con una carne fresca e compatta.

Uno sguardo al futuro

Questo progetto è un esempio lampante di come l’innovazione e la ricerca possano migliorare non solo la qualità del prodotto, ma anche il rispetto per gli animali. Sempre più aziende e centri di ricerca mostrano interesse verso soluzioni che uniscano efficienza e benessere. E noi siamo pronti a raccogliere la prossima sfida, certi che le tecnologie del freddo possano essere applicate in settori inaspettati.

Che si tratti di “semplici” trote o di altri animali, crediamo che la volontà di fare meglio per la natura e per le persone sia il motore principale dell’innovazione. Abbiamo ancora tanto da imparare, ma questa esperienza ci ha insegnato che non bisogna mai smettere di sperimentare e di cercare nuove strade.

Vuoi scoprire altre storie in cui il mondo animale incontra l’innovazione nella refrigerazione? Scopri come abbiamo affrontato un progetto altrettanto affascinante dedicato ad alcuni animali un po’ più… pelosi!

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ES Frigo mette i cani… in frigo? Trasporto animali a temperatura controllata

Siamo abituati a sentire parlare di catena del freddo per alimenti e farmaci, ma chi avrebbe mai immaginato di applicarla anche al trasporto dei cani? Questa è la storia di un progetto speciale, nato dalla collaborazione con un allevatore, per garantire ai suoi amici a quattro zampe un viaggio comodo, sicuro e senza stress.

Perché siamo stati contattati?

I cani fanno parte delle nostre vite e li amiamo come veri membri della famiglia. Ma c’è qualcosa che spesso non consideriamo: alcune razze, soprattutto quelle da allevamento, sono particolarmente sensibili ai cambi di temperatura. Il loro pelo li protegge, certo, ma non del tutto. Le loro zampe, ad esempio, sono delicate e possono soffrire molto il contatto con superfici troppo calde o fredde, provocando disagio e, in alcuni casi, vere e proprie ustioni. Ecco perché, quando si tratta di trasportarli, è essenziale garantire loro il massimo comfort, proteggendoli da temperature estreme e sbalzi improvvisi.

L’allevatore, preoccupato per i lunghi viaggi e per la variabilità delle temperature, aveva richiesto uno spazio dove i suoi animali potessero viaggiare in maniera protetta e gradevole. In particolare, era necessario:

  • Mantenere una temperatura costante e controllata, evitando sbalzi termici per cani sensibili.
  • Creare un ambiente lavabile e sanificabile, in modo da garantire un’igiene ottimale e la massima comodità per gli animali.
  • Progettare un’area confortevole, con ventilazione adeguata, illuminazione e un sistema per riscaldare il pavimento.
Cosa ci siamo inventati?

Abbiamo messo a frutto la nostra esperienza nel trasporto refrigerato e nella coibentazione, ma questa volta applicandola a un ambito completamente nuovo.

Per cominciare, abbiamo lavorato sulle pannellature in vetroresina. Le pareti, che di solito nelle celle frigorifere sono lisce, sono state modificate con inclinazioni specifiche in base alle esigenze dell’allevatore. Questo ha richiesto la realizzazione di pannelli completamente su misura per il suo mezzo.

Poi c’è il comfort climatico. Per assicurare una temperatura sempre ideale, abbiamo installato un sistema di piccoli condizionatori che mantengono l’ambiente fresco d’estate e piacevolmente caldo d’inverno. A questo si aggiunge un’attenzione speciale per le zampe dei cani: il pavimento è stato dotato di resistenze elettriche alimentate dalla batteria del veicolo, così da offrire un appoggio riscaldato nelle giornate fredde o in caso di sbalzi di temperatura.

Anche l’igiene è stata una priorità. Le superfici in vetroresina, unite a un sistema di pendenze studiate ad hoc, permettono all’acqua di defluire facilmente, rendendo la pulizia del vano di trasporto rapida ed efficace.

Tutto è stato studiato per garantire ai cani un viaggio sicuro, confortevole e senza stress… praticamente un biglietto di prima classe, con tutti i comfort su misura per loro!

I risultati del progetto

Questo lavoro ci ha aperto le porte a un mondo sorprendente. Il cliente si è detto entusiasta del risultato, tanto che il successo di questa soluzione ha presto attirato l’attenzione di un nuovo, inaspettato interlocutore.

Poco dopo, un’azienda che collabora con le forze armate ci ha contattati con una richiesta simile, ma su scala più ampia: progettare un sistema di trasporto per squadre cinofile su veicoli di dimensioni maggiori. Un’opportunità che ha confermato il valore della nostra idea e ci ha spinto a esplorare nuove possibilità di applicazione.

L’esperienza con l’allevatore dimostra quanto sia potente l’unione tra un know-how consolidato nella refrigerazione e nell’isolamento e la capacità di adattarlo a contesti inaspettati. La chiave? Saper ascoltare, comprendere le reali esigenze e trasformarle in soluzioni su misura.

Per ES Frigo, ogni sfida è una porta che si apre su nuove possibilità. E questo è solo l’inizio!

Se questa storia ti ha incuriosito, sul nostro blog trovi altri casi studio altrettanto sorprendenti.

Scopri come ES Frigo continua a innovare con soluzioni su misura per ogni esigenza!

ES Frigo per Museo Maxxi: Ghiaccio al Museo?

Come Abbiamo Creato Un’Installazione tra Arte e Tecnologia

Immaginate di entrare in una stanza freddissima, con soffitto e pareti coperte da uno spesso strato di ghiaccio. Non una ricostruzione artificiale, ma vero ghiaccio che si forma e si mantiene costantemente, nel cuore di uno dei musei più importanti d’Italia.

Questo è esattamente il progetto che ES Frigo ha portato a termine in collaborazione con il Museo MAXXI di Roma, all’interno della mostra “Sensazioni in Ambiente”. Una sfida ambiziosa, resa possibile solo grazie a soluzioni uniche e originali.

La sfida del MAXXI

Quando il Museo MAXXI ha contattato ES Frigo, la richiesta era tanto affascinante quanto complessa: creare un ambiente che ricreasse ghiaccio sul soffitto e su parte delle pareti di una stanza di 6 metri per 4. L’opera doveva rimanere in esposizione per 6 mesi, suscitando nei visitatori l’impressione di trovarsi all’interno di una vera camera fatta di ghiaccio.

Ma le sfide tecniche non erano poche: parliamo di uno spazio non isolato, con pareti in cartongesso, in un ambiente grande e aperto, e con visitatori che entravano ed uscivano portando calore corporeo e disturbando il delicato equilibrio termico. Come se non bastasse, la necessità dell’artista era quella di avere tutte le apparecchiature frigorifere direttamente all’interno dell’opera stessa, in modo da esaltare il rumore dei macchinari. Una vera e propria prova di resistenza.

Problemi complessi, soluzioni innovative

Ci siamo trovati ad affrontare una serie di ostacoli tecnici che avrebbero scoraggiato molti. Come mantenere il ghiaccio senza che si sciogliesse su superfici non progettate per resistere al freddo? Come contrastare il calore generato dalle persone e, addirittura, dagli stessi macchinari necessari per la refrigerazione? La risposta è stata trovare una soluzione unica, un doppio sistema di condensazione.

Il doppio condensatore: come mantenere il ghiaccio in un ambiente aperto

La chiave del successo è stata l’installazione di un doppio condensatore, un elemento fondamentale per rispondere a tutte le esigenze in gioco. ES Frigo ha installato un condensatore interno, in grado di integrarsi perfettamente nell’ambiente dell’opera secondo le esigenze estetiche dell’artista, e un condensatore esterno, progettato per gestire il raffreddamento vero e proprio. Mentre il condensatore interno contribuiva a creare l’effetto uditivo desiderato, quello esterno garantiva che la temperatura della stanza rimanesse costantemente sotto zero.

In questo modo, è stato possibile creare un microclima che permettesse al ghiaccio di formarsi e rimanere stabile, senza compromettere la struttura del cartongesso e mantenendo la stanza sicura per migliaia di visitatori che si sono immersi nell’opera per mesi.

Un’installazione da brividi: la stanza ghiacciata che ha fatto parlare di sé

Il risultato è stato straordinario: una stanza completamente ghiacciata, capace di suscitare stupore e meraviglia tra i visitatori del MAXXI. Per sei mesi, il ghiaccio ha resistito senza sciogliersi. Ma il successo del progetto non è stato solo tecnico: la soddisfazione maggiore è stata rispondere in maniera precisa e puntuale a tutte le richieste dell’artista, senza compromessi, adattando la tecnologia a un’opera che aveva bisogno di un tocco estetico quanto mai delicato.

ES Frigo: dalla catena del freddo all’arte contemporanea

Questa storia rappresenta alla perfezione lo spirito di ES Frigo: la capacità di risolvere problemi complessi, di pensare fuori dagli schemi e di adattarsi alle richieste più particolari, offrendo soluzioni innovative.

Questa installazione è la prova tangibile di come anche il settore della refrigerazione possa diventare terreno fertile per l’arte e la creatività, e di come siamo in grado di portare innovazione e affidabilità ovunque ci sia bisogno di mantenere il freddo, anche quando questo bisogno è… artistico.

Trasfusioni in tempi record: Croce Verde insieme a ES Frigo

Non capita spesso di essere chiamati da un’associazione di volontariato per una missione così delicata e vitale, soprattutto con solo una settimana di preavviso!

Croce Verde, attiva dal 1914, è una storica associazione di volontariato che offre servizi essenziali di emergenza-urgenza. Con oltre un secolo di storia nel segno dell’assistenza e della solidarietà, Croce Verde è diventata un vero e proprio punto di riferimento per la città grazie all’impegno instancabile dei suoi volontari.

Quando ci hanno contattati, avevano bisogno di aiuto per un progetto del tutto nuovo: Croce Verde Adria, il distaccamento in provincia di Rovigo, si era aggiudicata un bando per gestire trasporti sanitari speciali di sangue e plasma, contribuendo così a supportare il servizio sanitario nazionale. La loro necessità era quella di trasportare sangue e plasma dai punti di prelievo ai laboratori, garantendo un controllo rigoroso della temperatura e la sicurezza ottimale delle condizioni di conservazione. Un compito fondamentale per la salute pubblica, che richiedeva la massima affidabilità e precisione.

E, come se ciò non bastasse, avevano solo una settimana per realizzare il tutto, dalla scelta dei veicoli fino al collaudo finale! Una sfida impegnativa, ma anche entusiasmante, alla quale non vedevamo l’ora di metterci alla prova.

La sfida del tempo e dei mezzi: adattare veicoli per passeggeri

La situazione di partenza non era delle più semplici: Croce Verde aveva appena vinto una gara d’appalto e aveva recuperato all’ultimo tre veicoli usati, originariamente destinati al trasporto di persone. Il nostro compito era adattare questi veicoli, trasformandoli in strumenti perfetti per la catena del freddo, pronti a garantire la sicurezza di beni sanitari estremamente delicati. E tutto questo… in soli sette giorni!

La sfida non era tanto la realizzazione dei box refrigerati — per noi si trattava di una tecnologia già ben collaudata e consolidata — quanto piuttosto l’adattamento rapido dei mezzi e la personalizzazione richiesta dal progetto. Dobbiamo ammettere che l’adrenalina del tempo limitato è stata una spinta per dare il meglio di noi stessi. Abbiamo realizzato i box isotermici su misura per ognuno dei tre diversi veicoli, in modo da integrarli al meglio negli spazi a disposizione.

La tecnologia al servizio della sicurezza: geolocalizzazione e controllo remoto

Un aspetto davvero interessante di questo progetto è stata la necessità di implementare la geolocalizzazione e il monitoraggio della temperatura in tempo reale. Croce Verde voleva essere in grado di tracciare non solo la posizione dei veicoli, ma anche la temperatura dei box isotermici, per essere sicuri che sangue e plasma fossero sempre conservati nelle condizioni ottimali. La posta in gioco era alta: la sicurezza dei materiali sanitari non poteva essere compromessa.

Per risolvere questo problema, ci siamo affidati alla nostra rete di fornitori e abbiamo trovato una soluzione che si adattasse rapidamente ai box, senza modifiche invasive. Abbiamo installato una centralina elettronica con una SIM integrata, in grado di inviare dati in tempo reale sia sulla posizione del veicolo sia sulla temperatura interna dei box. Questo sistema ha permesso a Croce Verde di monitorare ogni singolo trasporto da remoto, garantendo sicurezza e affidabilità in ogni momento del viaggio.

Soluzioni creative in tempi stretti: il lavoro di squadra che fa la differenza

Uno degli aspetti più importanti di questo progetto è stato il lavoro di squadra. Non si è trattato solo di una fornitura rapida: durante la fase di collaudo, abbiamo collaborato a stretto contatto con Croce Verde per garantire che tutto fosse perfettamente funzionante e che le loro esigenze fossero rispettate al cento per cento. È stato un vero lavoro di co-progettazione, in cui il nostro obiettivo è stato non solo fornire un prodotto funzionante, ma anche assistere il cliente in ogni fase, fino alla messa su strada dei veicoli.

L’installazione dei nostri box refrigerati a batteria e del sistema di monitoraggio ha permesso a Croce Verde di partire con il nuovo servizio senza alcun intoppo, riuscendo a soddisfare le esigenze sanitarie della comunità in modo sicuro e preciso. Ogni veicolo è stato trasformato in un laboratorio mobile, capace di garantire il mantenimento della catena del freddo durante tutto il trasporto.

ES Frigo e Croce Verde: la flessibilità che fa la differenza

Questo progetto rappresenta perfettamente ciò che siamo in ES Frigo: non ci limitiamo a vendere box isotermici, ma ci impegniamo a trovare soluzioni su misura, anche quando le sfide sembrano insormontabili.

Croce Verde non era un cliente tipico per noi, non era un’azienda con esperienza nel settore del trasporto a temperatura controllata, ma una associazione di volontariato che si è trovata di fronte a una nuova sfida. E noi siamo stati orgogliosi di essere il partner che ha reso possibile questo passaggio.

Abbiamo affrontato il progetto con la mentalità che ci contraddistingue: ascoltare, comprendere e trovare soluzioni innovative, adattandoci alle necessità specifiche del cliente. Anche quando il tempo è poco, anche quando i mezzi non sono quelli ideali, ciò che conta è riuscire a garantire la massima sicurezza e affidabilità. Ed è proprio quello che abbiamo fatto.

Conclusioni

La collaborazione con Croce Verde è stata un ottimo esempio di come adattarsi e risolvere problemi in condizioni difficili.

Siamo orgogliosi di questo progetto, non solo perché abbiamo adattato veicoli non convenzionali per il trasporto di sangue e plasma in tempo record, ma anche per aver fatto parte di un progetto che ha valore per la comunità.

Per noi è stato un privilegio poter contribuire a una causa così importante, mettendo le nostre competenze tecniche al servizio della comunità e dimostrando che la catena del freddo non conosce limiti, neanche quelli del tempo!

Come garantire acqua potabile a tutti, quando l’acqua non c’è? Il progetto Acqua di Rugiada

Una sfida con un obiettivo importante

Torniamo per un attimo al periodo del Covid, un momento difficile per tutti, in cui abbiamo imparato a dare grande importanza all’igiene e alla sanificazione degli ambienti.

Non tutti, però, avevano a disposizione gli stessi strumenti per proteggersi. In Cambogia, ad esempio, intere comunità non avevano accesso a disinfettanti, igienizzanti, né a quantità adeguate di acqua potabile e corrente elettrica.

 È stato in questo contesto che l’associazione Lions Club ci ha contattati con un obiettivo importante: trovare un modo per potabilizzare l’acqua e migliorare le condizioni igienico-sanitarie di un villaggio.

Da qui è nato il progetto “Acqua di Rugiada”.

Le difficoltà del progetto

Lo scopo del progetto era nobile, ma le difficoltà non mancavano di certo. Innanzitutto, l’area in cui andava installato il sistema era priva di una fonte di acqua potabile facilmente accessibile, il che significava che dovevamo trovare un modo per, letteralmente, creare acqua dal nulla. Inoltre, tutto l’impianto doveva funzionare senza una fonte energetica stabile, come un allaccio di corrente elettrica.

Come se questo non fosse già abbastanza impegnativo, il sistema doveva anche essere completamente mobile. Doveva poter essere facilmente trasportato sul luogo e assemblato in anticipo.

Acqua di Rugiada è stata per noi una vera opportunità per mettere in campo le nostre competenze.

Cosa abbiamo realizzato?

Grazie alla collaborazione con un professore universitario con cui lavoriamo spesso, abbiamo scoperto uno strumento capace di creare un disinfettante completamente naturale, chiamato anolita, utilizzando semplicemente acqua e sale.

Il cuore del progetto Acqua di Rugiada è proprio l’anolita, un potente disinfettante che può essere utilizzato in molteplici applicazioni. Questo composto non solo permette di potabilizzare l’acqua, rendendola sicura per il consumo umano, ma è anche estremamente versatile: può sanificare cibo, superfici e ambienti, garantendo un livello di igiene elevato anche in contesti complessi.

Pensiamo a situazioni di emergenza come calamità naturali, o in aree isolate dove l’acqua potabile è scarsa e le infrastrutture sanitarie sono limitate. Acqua di Rugiada risponde esattamente a queste esigenze, fornendo acqua sicura e garantendo un livello di igiene essenziale per la salute delle persone.

Acqua dall’atmosfera e alimentazione solare

La vera innovazione del progetto risiede nella capacità della stazione di adattarsi ad ambienti estremi. Immaginate di trovarvi in un’area senza accesso diretto all’acqua e senza rete elettrica: Acqua di Rugiada è progettata per affrontare proprio questo tipo di scenario.

Grazie ai pannelli fotovoltaici da 600 kWp, la stazione è autosufficiente dal punto di vista energetico, producendo l’energia necessaria per generare l’anolita e potabilizzare l’acqua.

Ma non è tutto: in assenza di acqua disponibile, la stazione è in grado di produrre acqua estraendola direttamente dall’atmosfera. ES Frigo ha realizzato un gruppo frigorifero che fungesse da deumidificatore, producendo acqua condensandola direttamente dall’umidità dell’aria.

Una tecnologia che sembra quasi magica, creando acqua quasi dal nulla, ma che oggi rappresenta una realtà concreta per garantire l’accesso all’acqua potabile anche nelle condizioni più difficili.

Un futuro fatto di soluzioni innovative

Partecipare al progetto Acqua di Rugiada è stata per noi di ES Frigo un’occasione per contribuire concretamente a un’iniziativa in grado di fare la differenza in situazioni di emergenza e per comunità vulnerabili. L’idea di poter garantire acqua potabile e igiene ovunque, anche nelle condizioni più complesse, è qualcosa che ci ha appassionati fin dal primo momento.

Siamo orgogliosi di essere stati scelti per questa iniziativa grazie alla nostra esperienza e alla nostra capacità di adattamento. Insieme a tutti colori che hanno contribuito, siamo stati in grado di sviluppare una soluzione capace di rispondere a sfide ambientali e logistiche senza precedenti.

Acqua di Rugiada, purtroppo, non ha potuto raggiungere il luogo per cui era stata pensata a causa delle difficoltà legate alla pandemia. Per questo motivo, Lions Group ha scelto di donarla all’Associazione Protezione Civile di Alessandria. Oggi, grazie a questa scelta, è diventata una meta speciale per molte scolaresche, che qui scoprono come si possano affrontare anche le sfide più difficili quando c’è qualcosa di davvero importante in gioco.

È una sfida vinta grazie alla collaborazione e all’impegno, e siamo fieri di averne fatto parte. Se c’è una cosa che Acqua di Rugiada ci ha insegnato, è che le soluzioni migliori sono quelle che guardano al futuro.